Questa lettera di Toti adolescente a suo fratello Enrico, di cinque anni più grande, è senza data. Ma deve essere stata scritta quando Toti aveva più o meno 16-17 anni. Si tratta di un divertente e surreale raccontino ferroviario in stile Achille Campanile, autore che i due fratelli amavano molto. Io stesso, da ragazzino, ho assistito a vivaci duelli di citazioni tratte dai libri di Campanile tra Enrico e Toti. (Mario Scialoja)

Carissimo povero vecchio

di Toti Scialoja

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Ti annuncio che il viaggio è stato ottimo.
Però a un certo punto si è affacciato un simpatico tipo di controllore anziano il quale ci ha guardati tutti con un abile sguardo circolare e raschiandosi la gola ha cominciato col dire: Signori e signore !... Tutti si sono disposti ad ascoltare la perorazione del simpatico
controllore. Alcuni hanno accavallato le gambe e buttata dal finestrino la sigaretta. Altri si sono accomodati voluttuosamente nel loro posto. Uno stenografo ha tirato fuori carta e penna accingendosi a trascrivere.

Il controllore ha seguitato con foga : Favoriscano il biglietto ! Gli applausi sono stati deboli. Mi dispiace per il simpatico controllore, ma è stato un semplice successo di stima. Io ho ficcato la mia mano sinistra nella tasca manca dei pantaloncini. Poi ho ficcato la destra nella tasca dritta. Poi ho rificcato la mano sinistra nella tasca manca della giacca. Ho rieseguito la stessa operazione, ma con la mano destra nella tasca dritta della giacca. Alla fine ho trovato il biglietto nella tasca interna della stessa giacca. Se il biglietto si fosse trovato nella tasca sinistra dei pantaloncini, avrei cominciato la ricerca dalla tasca interna della giacca.
Il simpatico controllore ha guardato attentamente il bigliettino rosso (il bigliettino non era rosso, lo confesso, era verde, ma lo dico per fare più effetto). Poi ha tirato fuori un registro che ha cominciato a sfogliare con mano nervosa. I suoi occhi mandavano lampi. Però nessuno se ne è accorto, neppure io, perché non era vero affatto che i suoi occhi mandassero lampi. Alla fine mi ha detto: Il suo biglietto non è valido. Io ho impallidito spaventosamente e : Maledizione ! ho urlato con voce roca. Poi ho aggiunto gentilmente: Mi dispiace, ma questo biglietto è validissimo.

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In primo piano, Enrico. In piedi con i “calzoncini”, Toti. Dietro,
il padre Gustavo e la madre Ada Persico

Il controllore agitò il bigliettino rosso (vedi sopra) e disse: Questo biglietto è scaduto la mezzanotte del 6…
E io: Impossibile; ho chiesto gentilmente la validità del vilietto (bene, perbacco !) al capo stazione di Trento e Firenze e di altri paesi di cui ora mi sfugge il nome, i quali capostazioni mi hanno risposto che valeva fino il 7 a mezzanotte.
Allora il simpatico controllore mi ha spiegato come il biglietto fosse scaduto il sei. Tutti sono stati ad ascoltare l’eloquente spiegazione che ha avuto un successo fantastico. Tutti sono stati rapiti dalla calda ed efficace parola del simpatico controllore. Alcuni che non avevano capito certi punti se li sono fatti ridire. Io però ho dovuto dare l’indirizzo e il nome tuo. Tutti hanno pensato, me ne dispiace per te: Che imbecille questo Enrico Scialoja.Del resto non avevano torto. Sei un bel cretino !
Salutami tutti, baciali, abbracciali abbondantemente a mie spese. Saluti

Toti (già Enrico)